ESENTA (DI LONATO DEL GARDA) [testi ed immagini presi da varie fonti in rete]
Frammenti di storia
La storia della comunità esentese, per lo meno
quella documentabile, incomincia tra la fine del 1400 e
gli inizi del 1500. Prima di tale periodo, molto
probabilmente, in questa valletta posta tra le ultime
propaggini dell'anfiteatro morenico del basso Garda, non
esisteva nulla, forse soltanto qualche casolare in cui
far riposare il bestiame o ripararsi durante i
temporali.
Su quanto accadde ad Esenta prima del 1492 possiamo
fare solo congetture: infatti, non esiste quasi nulla di
documentabile a questo proposito. Forse, anticamente, si
era formato in questa zona un piccolo insediamento di
persone.
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Tale supposizione sembrerebbe confermata dal
ritrovamento di alcuni scheletri sepolti in buche,
ricoperte da lastre di pietra, scavate sul pendio della
collina di fianco alle scuole elementari.
Queste testimonianze, tuttavia, non costituiscono una
prova sicura in quanto le tombe non sono ancora state
datate con precisione.
Il primo documento riguardante Esenta è un atto di
compravendita di un appezzamento di terra posto nella
Valle Foclini (Fiocchino) che in quel tempo rientrava
nella Curte Malochi; il contratto fu stipulato il 14
gennaio 1260 fra un certo Turello e tale Castiono.
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Anche in questo manoscritto non si dava alcun accenno
all'esistenza di una comunità.
Esenta durante il Medio Evo seguì le sorti di tutte le
regioni italiane invase dagli stranieri, subendo
continui avvicendamenti di signori e di capitani di
ventura.
Essa era, inoltre, zona di confine di parecchi comuni:
il Venzago giungeva con la sua punta più occidentale
fino ad oriente di Esenta, mentre Castiglione delle
Stiviere e Lonato la chiudevano, rispettivamente, a sud
ed a nord.
Naturalmente, tra i proprietari di questi territori
nacquero controversie a proposito dei confini e verso il
1320 1330, dopo la morte di Cangrande, gli Scaligeri di
Verona ed i Visconti di Milano entrarono in guerra per
la conquista dei territori bresciani.
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Alla fine, nel 1339, decisero di porre il confine tra
i due stati sulla strada che univa Castiglione delle
Stiviere a Lonato, chiamata nell'occasione "Strada
di Mastino della Scala" e che, più tardi, in altri
documenti, troveremo sotto il nome di "Mastino
Cane".
In seguito, appoggiati dall'imperatore Carlo IV, i
Gonzaga tentarono di impossessarsi dei territori in
questione, già proprietà dei Visconti, tra cui Lonato
e Castiglione delle Stiviere; vi riuscirono per un certo
periodo, dovendo, però, alla fine, cedere alla maggiore
potenza della signoria milanese (1398).
I Gonzaga dovettero rinunciare ad ogni velleità
sulle terre bresciane fino a quando, nel 1404, la
duchessa Caterina Visconti le diede loro in pegno per un
suo debito verso Francesco Gonzaga. La nobile famiglia
mantovana mantenne tali territori per tutto il tempo in
cui rimase incaricata della guida delle truppe
veneziane, cioè fino al 1440, quando fu sostituita
dagli Sforza. Nel 1441, infatti, con la pace di Cremona,
i Gonzaga persero i loro territori veronesi, nonché
Lonato, che passarono sotto diretto dominio della
Repubblica di Venezia. Castiglione delle Stiviere,
invece, rimase ancora dei Gonzaga.
Questa nuova divisione politica tra Lonato e
Castiglione delle Stiviere aggravò, probabilmente, la
già precaria situazione riguardo ai rapporti di confine
tra i due paesi, tanto che più tardi, nel 1492,
dovettero intervenire il Duca di Mantova e la Repubblica
di Venezia per risolvere la questione.
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La nascita di
Esenta
La Repubblica di Venezia, quindi, vista
l'instabilità di questa linea di confine,
decise di creare una zona cuscinetto su cui non
si poteva costruire alcun edificio ad uso
militare. In tal modo, la Serenissima sperava di
rendere più sicuri i propri confini. Il 16
ottobre 1492 la controversia sui confini tra
Lonato e Castiglione delle Stiviere venne
risolta con un patto stipulato tra la Repubblica
di Venezia ed i Gonzaga, signori di
Mantova.
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In quell'occasione si stabilì di creare fra
le Bocche di Malocco ed il confine di
Castiglione delle Stiviere, per ducentas
perticas, una specie di terra di nessuno dove
non si poteva costruire alcuna installazione
militare.
Questi fondi vennero dichiarati liberi da ogni
tassa ed i coloni che vi si fossero insediati
sarebbero stati dichiarati exenti ed immunes. Il
territorio cuscinetto così creato venne posto,
per le cause civili e per quelle criminali,
sotto la giurisdizione del Podestà di Brescia.
Esenta era nata.
Era il 1492: l'anno della scoperta dell'America
e dell'inizio dell'Età Moderna.
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I confini
di Esenta
Il territorio esentato aveva confini
particolari: la Repubblica di Venezia arrivava
con le sue terre fin verso certe
"pietre" poste, probabilmente, nei
pressi dell'attuale Staffolo. Il Comune di
Lonato aveva i suoi confini alle Bocche di
Malocco, sorgenti localizzabili presso la strada
che unisce l'asilo alle scuole elementari e che
proseguiva, poi, ad est per via Vallone,
costeggiando a nord il Bellino ed allungandosi
ad ovest verso il Monte Brognolo, scendendo
verso la campagna attraverso l'attuale via
Fossadone (un tempo strada di Mastino Cane) fino
ad una certa pietra, vicino ai confini del
territorio di Calcinato. Da questa linea di
confine per ducentas perticas verso sud veniva
creata una zona posta politicamente sotto
l'influenza veneziana, ma colonizzabile e
coltivabile liberamente dai Castiglionesi e da
chiunque qui si fosse stanziato.
L'accordo, tuttavia, non riuscì a risolvere
completamente le controversie tra Lonatesi e
Castiglionesi: infatti, nel 1548, per intervento
del notaio castiglionese Benvenuto Ugonotti e
del podestà Marcobruno Nicola, si dovette
ricorrere alla ridefinizione dei confini,
separandoli con un fossato largo otto piedi e
profondo cinque, di cui possiamo rinvenire
ancora alcuni tratti dietro il Bellino e sul
pendio orientale del monte Brognolo.
Le convenzioni del 1492 vennero riportate nella
stesura del trattato del 31 marzo 1756 tra la
Repubblica di Venezia e l'imperatrice Maria
Teresa d'Austria che era allora duchessa di
Mantova. Gli antichi confini vennero confermati
e si stabilì, inoltre, l'esenzione da ogni
dazio a favore dei confinanti che transitavano
sulla via di Mastino Cane.
Nello stesso documento del 1492 si stabilì che
la fonte del Fiocchino, facente parte del
territorio di Lonato ed alla quale si
abbeveravano la popolazione ed il bestiame,
potesse essere utilizzata anche dai
Castiglionesi, pure incaricati della sua
manutenzione.
Da questo fatto è stato dedotto che i primi
abitanti di Esenta fossero dei coloni
provenienti dal territorio di Castiglione delle
Stiviere. Del resto è molto improbabile che
fossero dei Lonatesi in quanto costoro,
abbandonando la loro cittadinanza, avrebbero
anche perso i diritti sulle immense rendite del
Venzago, delle quali godevano.
La storia di Esenta (così come è nata) finisce con la caduta
della Repubblica di Venezia nel 1797: Napoleone proprio qui, su
queste colline, sconfigge l'esercito austriaco e i giacobini gardesani
salutano la nuova Repubblica Cisalpina abbattendo il leone di
San Marco posto su una colonna della piazza.
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L'origine del nome
Il nome stesso di Esenta, dal latino exempta
(esente, libero), sta ad
indicare un luogo libero, esente da qualche dazio.
Secondo la tradizione locale tale nome sarebbe derivato
da un qualche privilegio accordato agli abitanti dal
proprietario del territorio.
Ben più probabile sembra invece l'ipotesi formulata da
Lino Lucchini, il quale fa risalire l'origine del nome
proprio all'accordo del 1492.
Il documento, infatti, nella sua stesura latina,
presenta il termine Exenti per indicare queste
terre cuscinetto.
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In quell'occasione si stabilì di creare fra le
Bocche di Malocco ed il confine di Castiglione delle
Stiviere, per ducentas perticas, una specie di terra di
nessuno dove non si poteva costruire alcuna
installazione militare.
Questi fondi vennero dichiarati liberi da ogni
tassa ed i coloni che vi si fossero insediati sarebbero
stati dichiarati exenti ed immunes.
Il territorio cuscinetto così creato venne posto, per
le cause civili e per quelle criminali, sotto la
giurisdizione del Podestà di Brescia.
Esenta è stata uno dei uno dei primi paradisi fiscali del mondo, durato ben 300 anni.
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